Ciao Petrazzi







Abbiamo fatto la comunione insieme a Regina degli Apostoli. M’avverte Paolo Magnanimi, un amico di San Paolo, ch’è morto Gianluca Petrazzi, tra i più quotati stuntman del mondo. Tra Tormarancia, San Paolo e Garbatella ci conoscevamo tutti, Valerio Mastandrea andava alle medie all’Alessandro Severo. Gianluca Petrazzi, figlio d’arte, è nato in una famiglia circense arrivata in questi quartieri. Il circo approdava sempre lì, sulla Colombo, dov’è nata pure la leggenda di Renato Zero e più tardi quella di Notre Dame de Paris, che piantò il primo tendone tra San Paolo e Montagnola. La mamma di Gianluca era la controfigura di Edwige Fenech, quando faceva i film con un po’ d’azione, interpretando la poliziotta. Gianluca ha fatto 150 film, iniziando a 9 anni a lavorare. I film di quelli che piacevano ai romani di quegli anni, e pure adesso, in modo diverso, alle nuove generazioni: dal Monnezza, a Stallone, fino a La Squadra Mobile. Sparatorie, inseguimenti, scazzottate, prima del neonoir, prima di Tarantino. 
Adesso sembra non esserci altro, e pure lui, Gianluca Petrazzi, ha voluto dire la sua con il film “Roma Criminale” . Ormai aveva da tempo una sua squadra, era stunt coordinator, maestro d'armi e ha diretto l’Action Unit per tanti registi. Era tempo che da romano verace dicesse pure lui la sua come regista. 
Questa cosa non si può capire, di questa Roma peccatrice e santa che ti divora "come un barracuda" come dice Er Piotta. Eppure è così bella che ti trattiene come un figlio in un grembo d’infinito. Aveva  51 anni, quasi come me, come Paolo. Così oggi io apro il blog e lui la cucina romanesca, mentre alla Montagnola si saluta un pezzo importante di questa città e del cinema nostro.  










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