Il
distacco dalle passioni è passiva indifferenza o sana affermazione di sé?
Umberto Orsini ritorna con una
versione di Il Giuoco delle parti,
commedia che negli ultimi vent’anni l’attore ha più volte rivisitato, convinto che
uno dei modi per preservare un classico è quello di ripensarlo apportando
continue modifiche ed approfondimenti.
Originariamente la vicenda vede
un Leone Gala che si è pacificamente separato dalla moglie (che lo tradisce con
l'amico Guido Venanzi) a condizione di farle visita ogni sera, per mantenere di
fronte all’opinione pubblica, il suo ruolo di marito. Col passare del tempo
questo accordo si rivela insopportabile a Silia che confida all'amante il
desiderio di volersi sbarazzare del marito la cui presenza-assenza le è
diventata insostenibile. Il casuale irrompere nella casa di lei di un gruppo di
ubriachi che tentano di farle violenza, senza però riuscirci, le offre un
pretesto inatteso grazie al quale potrebbe mettere a repentaglio la vita del marito
trascinandolo in un duello. Alla notizia del fatto Leone Gala appare
tranquillo, lui si è vuotato di ogni sentimento ed ha trovato un “pernio” che
gli permette di affrontare ogni situazione anche la più critica, infatti grazie
alla sua incrollabile dialettica e al suo nichilismo, si sottrae al complotto
ordito dalla moglie e dall’amante trasformandosi da vittima in carnefice.
Luigi Pirandello ha scritto una
commedia nera, dove matrimonio, tradimento, onore e omicidio si inseguono in
una logica successione. La novità di questo allestimento sta nell’aver
immaginato un futuro per Leone Gala dopo quel tragico avvenimento, lui, uomo di
lettere, costretto a macchiarsi di un delitto non riesce a liberarsi dal suo
passato e rivive tutta la vicenda come un ammasso di ricordi, di ricostruzione
dei fatti dal punto di vista di chi è sopravvissuto. L’inferno del matrimonio è
reinterpretato in un’ottica vicina al teatro di Strindberg dove l’abisso morale
dei protagonisti si alterna al gioco dialettico che ha quasi sempre guidato la
lettura di questo testo. Alvia Reale conferisce a Silia un connotato più vicino
alla novella nella quale Pirandello aveva tracciato il suo primo approccio alla
vicenda (Quando si è capito il
giuoco) e Totò Onnis regala un ritratto inedito alla figura di
Guido Venanzi. Orsini si dibatte fra i fantasmi che popolano una mente in cui
il tempo batte i suoi colpi rimbalzandoli confusamente dal passato al presente
e viceversa.
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