La Cicala è torturata a morte dalla Formica. Ancora devo capire bene chi sia la formica. Ma la Cicala ha un suo perché, ed è la mia Roma.
Capodanno senza eventi."Bene" diranno molti, "male" diranno albergatori, commercianti, linee aeree, compagnie di trasporto e pure i romani, di quelli che prima la cena a casa che "ognuno porta qualcosa" e poi a piazza del Popolo.
"Venti anni indietro" dicono gli albergatori.
E infatti sì. Ricordo un discorso di Walter Veltroni sulle periferie nel suo straziante addio al Palladium . "E' vero tappare una buca è importante, ma anche per un ragazzo che vive in fondo al Tiburtino, che al centro ci viene solo per andare in un negozio al Corso, portargli il teatro in casa a Tor Bella Monaca significa cambiare le sue prospettive; costruire una Casa per il Cinema, una per la Letteratura, l'Auditorium - che tutti mi dicevano era una follia e oggi è la prima azienda di Roma - chiamare Elthon John a cantare al Colosseo, significa far rinascere questa città. L'unico rammarico è non essere riuscito a cambiare fino in fondo il senso di civiltà: quel parcheggiare in doppia fila, quel chissene che un po' tutti ci portiamo dietro". Ma certo Roma era cambiata, da città ministeriale, di nullafacenti, di palazzinari e borgatari alla città delle Notti Bianche, del Modello Roma, del Rinascimento delle Periferie.
Oggi non si riesce più difenderla di fronte alle insostenibili e veritiere critiche di ogni giorno a questo Medioevo, a questo inferno di Bellezza in cui ci hanno relegato.
Ma attenti che i romani, apparentemente inermi, non sono così stupidi da non vedere in questa Apocalisse un disegno premeditato. A qualcuno piace che sia in ginocchio, che sia prostrata. Un nemico incognito, intelligente,che usa le stesse armi dello stesso popolo ribelle, Pasquino, che sta nascosto e da dietro appende i cartelli su una statua. Un nemico che fa finta che lui no, non c'entra niente, lavora ed è bravo, come la Formica.
Senza la Cicala però cari miei non si vive, senza qualcuno che canta e celebra la vita, che placido impone la bellezza nell'aria che respirate. Certo, non basta. Ma vivere a capo basso, pensare solo a lavorare, rinchiudersi sottoterra senza il sole e il mare circondati da briciole sudate, baciare i piedi a ospiti che furono tiranni, no proprio non è da noi.
Attenti: a noi non è che le formiche non ci piacciono (è il contrario semmai), è che siamo Cicale, e bisogna trovare un compromesso, non schiacciarci. Perché una volta che arriva il piede gigante non fa distinzioni tra insetti.
Capodanno senza eventi."Bene" diranno molti, "male" diranno albergatori, commercianti, linee aeree, compagnie di trasporto e pure i romani, di quelli che prima la cena a casa che "ognuno porta qualcosa" e poi a piazza del Popolo.
"Venti anni indietro" dicono gli albergatori.
E infatti sì. Ricordo un discorso di Walter Veltroni sulle periferie nel suo straziante addio al Palladium . "E' vero tappare una buca è importante, ma anche per un ragazzo che vive in fondo al Tiburtino, che al centro ci viene solo per andare in un negozio al Corso, portargli il teatro in casa a Tor Bella Monaca significa cambiare le sue prospettive; costruire una Casa per il Cinema, una per la Letteratura, l'Auditorium - che tutti mi dicevano era una follia e oggi è la prima azienda di Roma - chiamare Elthon John a cantare al Colosseo, significa far rinascere questa città. L'unico rammarico è non essere riuscito a cambiare fino in fondo il senso di civiltà: quel parcheggiare in doppia fila, quel chissene che un po' tutti ci portiamo dietro". Ma certo Roma era cambiata, da città ministeriale, di nullafacenti, di palazzinari e borgatari alla città delle Notti Bianche, del Modello Roma, del Rinascimento delle Periferie.
Oggi non si riesce più difenderla di fronte alle insostenibili e veritiere critiche di ogni giorno a questo Medioevo, a questo inferno di Bellezza in cui ci hanno relegato.
Ma attenti che i romani, apparentemente inermi, non sono così stupidi da non vedere in questa Apocalisse un disegno premeditato. A qualcuno piace che sia in ginocchio, che sia prostrata. Un nemico incognito, intelligente,che usa le stesse armi dello stesso popolo ribelle, Pasquino, che sta nascosto e da dietro appende i cartelli su una statua. Un nemico che fa finta che lui no, non c'entra niente, lavora ed è bravo, come la Formica.
Senza la Cicala però cari miei non si vive, senza qualcuno che canta e celebra la vita, che placido impone la bellezza nell'aria che respirate. Certo, non basta. Ma vivere a capo basso, pensare solo a lavorare, rinchiudersi sottoterra senza il sole e il mare circondati da briciole sudate, baciare i piedi a ospiti che furono tiranni, no proprio non è da noi.
Attenti: a noi non è che le formiche non ci piacciono (è il contrario semmai), è che siamo Cicale, e bisogna trovare un compromesso, non schiacciarci. Perché una volta che arriva il piede gigante non fa distinzioni tra insetti.
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