Giubileo della Misericordia emozione muta


Chi conta la gente in piazza già non mi piace. Una piazza è una piazza e per di più oggi con i social network, il mondo è una piazza.
Chi fa confronti mi da proprio fastidio. Da quando sono ragazzina e mio padre diceva che era meglio mia cugina a scuola, a danza, a dimagrire, a vattelappesca. Adesso che dirigo giornali e ho quasi cinquanta anni vissuti intensamente, è sempre meglio mia cugina. E questo confronto mi manda in bestia, così schizzo ogni volta che vedo un paragone paradossale: è talmente evidente che io sono così “altra” rispetto a mia cugina, non migliore, né paggiore  eppure...
Ecco così io vorrei che al mondo uno dicesse “questo è bello” senza dire questo è più bello di quell’altro. Pure ieri questa sfida senza confronto tra la Darsena con il mercato natalizio di Milano e la piazza del mondo: San Pietro. Una per i milanesi, l’altra, scusate, ma era per tutti, non per Roma.
Ieri s’è sentito il Natale come non si sentiva più. Questo straordinario Papa ci ha detto chiaro e tondo che dobbiamo perdonare, dando un segnale fortissimo con questo Giubileo.
Ha spalancato la sua porta e tutte le porte del pianeta, non solo la nostra, qui, nella Capitale, per far venire i pellegrini a occupare gli alberghi ed arricchirci, ma pure quelle dell’Africa, anzi, per prima quella, e poi pure le vostre che contate i compratori del mercatino, quelle porte a Sant’Ambrogio.Ha preso le foto di Steve McCurry, le più belle immagini del mondo per celebrare la natura, la vita, e ricordarci l’importanza della misericordia per preservare questa bellezza.
Da San Francesco in poi nessuno aveva più fatto e noi, nei secoli, siamo così fortunati di vivere questo momento di grazia, cattolici o no. Perché l’ha fatto mentre il mondo abbatte gli aerei e spara sui bambini (il 90% sono vittime civili, lo attesta Emergency), mentre da qualche parte ancora si fabbricano mine antiuomo a forma di giocattolo.
Leoni, farfalle, campi di riso, bambine afghane e Michelangelo. Cosa ci può essere di paragonabile? Cosa di più potente? Un’emozione priva di parole che ci regala la gioia dell'odierno Laudato Si' , un'emozione come solo le più grandi sanno essere: mute, senza numeri per quantificarle, senza soldi per viverle.

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