Post del 9 luglio 2006
Siamo Campioni del Mondo
Siamo seduti su un trono. in un cielo che si è tinto di
azzurro. Tutti noi, noi italiani. Un trionfo che ci spettava che ci era dovuto
per uno sport che un vero italiano non può non amare. Un gioco che come niente
altro ci rappresenta, così storto e imprevedibile, caotico e al tempo stesso frutto
di geniali costruzioni architettoniche insite nella nostra civiltà millenaria.
Quell’arte di arrangiarsi, di risalire la china, di
impugnare un cacciavite quando una catena di montaggio si blocca, lasciando
immobile un operaio tedesco, appartiene invece al lavoratore italiano.
Ecco, noi siamo questi: quelli che non erano degni per via
di calciopoli, quelle “forme di vita parassitaria” (così ci chiamavano), quei mammoni che si
ciucciano il dito quando segnano, che per uno sputo vengono messi alla gogna,
mentre chi “parte de’ capoccia” viene celebrato come un campione, quelli che
cantano un inno nazionale in un milione nell’arena più bella del mondo, il
Circo Massimo, senza che ci sia un incidente e al mattino dopo tornano al
lavoro e nella stessa arena non trovano neanche una carta per terra. A Roma, sì.
Allora il grido che sale a noi tutti dal petto è quello di
Nino Manfredi tinto di biondo che cerca di integrarsi a Perfettolandia, ma di
fronte ad una rete azzurra non può che esplodere nell’urlo liberatorio “Gool
Gool!... Sì so’ italiano Embeè?”.
Che non si mettano sui nostri passi quegli pseudo
intellettuali, quelli che storcono il naso di fronte alla parola “nazionale”,
che parlano di “popolo” senza conoscerlo, che snobbano le partite dei mondiali;
che non ci capiti davanti qualche leghista di quelli che hanno tifato Germania esultando
alla radio contro di noi.
Siamo gli italiani veri, quelli rocciosi e primordiali come Gattuso, quelli ingenui
e tenaci come Cannavaro, siamo quelli che hanno dato il primo calcio ad un
pallone sotto casa, tra la polvere, che hanno usato le ciabatte per palo, che
sono tornati al tramonto come stracci sognanti, esattamente come un certo Fabio
Grosso. Noi siamo gli italiani, quelli veri, tenetelo a mente.
Letizia Strambi
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