E’ stato l’ultimo Pasquino, il più romano dei romani. Della storia di questa città sapeva tutto, i più infinitesimali particolari di ogni sanpietrino, di ogni nasone, di ogni viuzza. Fuggiva la mondanità e adorava le persone semplici.
Irriverente con i potenti, e fedele alla famiglia, a Roma.
Ho avuto il privilegio di incontrarlo a Palazzo delle Esposizioni per una mostra. Il dolce vita rosso, la giacca sportiva, m’ha guardato e mi ha detto “Dimme cocca che voi sape’?” e m’ha insegnato un po’ di cose, su chi ero. Una lezione che solo più tardi ho appreso appieno. L’affermazione del dialetto come identità caratteriale di un popolo, di una cultura, di un territorio. E così, ormai alla maturità, dopo tanti corsi di dizione per questo e quel telegiornale, oggi come Gigi Magni quando mi si avvicina a una ragazza per sapere qualcosa je dico: “dimme cocca”. Con lo stesso sorriso di chi se lo può permettere di affermare “ecco, io ce so nata a Roma”, soprattutto quando a qualcuno dà fastidio. Basta sollevare il labbro a metà come Gigi Magni, con quel senso sardonico di superiorità, anzi indifferenza, nei confronti di chi non sa “de che sta a parla’”.
*foto archivio Riccardi
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