Perdere la brocca

 
Ah l'amori romani. D'estate sono tutti a Ponza. Molti Parioli, soprattutto all'inizio. Lui aveva un negozio  Brandina, un marchio molto fighetto.  Maglietta sdrucita ma da 200 euri veri, sandalo puro shabby chic. Stava lì impavidamente,  tra uscio e vita, nel suo negozio Brandina, senza mollare la presa davanti agli amici in partenza ogni mattina con barche varie dal porticciolo. L’occhiale vintagissimo scrutava pigro la fauna turistica, come una fashion victim guarda una vetrina senza carta di credito. 
Il nostro apparente gagà del terzo millennio ha rivelato invece insospettabili risvolti da sturm und drang. L’ultimo dei romantici o il primo di questo secolo tra una borsetta e una pochette, un aperitivo e un caffè, ha perso la brocca, come si dice a Roma. Non c’è niente di meglio del dialetto per esprimere un’emozione. Immaginate uno che ha una brocca in testa per trasportare l’acqua, come si usava dagli antichi romani fino al secondo dopoguerra, e a un certo punto la perde senza accorgersene, infrangendola, facendo schizzare il liquido, infischiandosene delle conseguenze pratiche, persino della sete a venire. Non c’è un altro modo di innamorarsi. Così Ferdinando ha chiuso il negozio affiggendo il cartello “Chiuso per amore”. Non per lutto, non per ferie, non per problemi familiari. Se n’è infischiato della crisi, della stagione. Ha perso un incasso non da poco, ed è partito con questa ragazza. Sì – dirà qualcuno – perché se lo può permettere. Allora – dico io-  ma vi ricordate quella volta in cui avete perso la brocca? Io si, non me lo potevo permettere, ma mi si è appena aperto un sorriso dentro al solo ricordo. Se a voi no, mi dispiace proprio tanto.

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